GIANLUCA FIORE - Architect - Photographer
R21 Sguardo all'insù
Con “R21 - Sguardo all’insù”, il fotografo Gianluca Fiore punta l’obiettivo su dieci opere di architettura contemporanea realizzate, a Roma, da dieci archistar, durante i primi decenni del ventunesimo secolo.
Nei dieci scatti i suoi occhi sono rivolti verso l’alto.
E’ la visuale di chiunque si trovi di fronte alle opere di Santiago Calatrava, , Zaha Hadid, o Renzo Piano.
Si osservano queste nuove suggestioni così come, sempre a Roma, le volte delle architetture barocche da secoli proiettano lo sguardo in uno stupefacente infinito spaziale.
Là dove la pittura superava la superficie, oggi sono le facciate in vetro o strutture portanti d’acciaio ad annullare i confini.
Gli architetti contemporanei ci spingono ad alzare l’orizzonte visivo così da perdere il senso della realtà e cadere in una vertigine fatta di elementi che si rincorrono e moltiplicano, s’intersecano e si sciolgono nella luce.
Fiore decide di sacrificare la figura umana, a favore di spazi astratti e quest’assenza amplifica la sacralità degli edifici.
La sola protagonista è l’architettura, nella sua essenza e nella sua veridicità strutturale e concettuale.
Lo spazio è in primo piano nonostante una profondità di campo che è immensa quanto l’orizzonte.
With "R21 - Sguardo all'insù", the photographer Gianluca Fiore focuses on ten works of contemporary architecture by ten archistars in Rome during the first decades of the twenty-first century.In the ten shots his eyes are turned upwards.It is the view of anyone facing the works of Santiago Calatrava, Zaha Hadid, or Renzo Piano.We observe these new suggestions just as, always in Rome, the vaults of baroque architecture have for centuries projected their gaze into an astonishing spatial infinity.Where painting surpassed the surface, glass façades or steel bearing structures today cancel boundaries.Contemporary architects are pushing us to raise the visual horizon so as to lose the sense of reality and fall into a vertigo made up of elements that chase each other and multiply, intersect and melt in the light.Fiore decides to sacrifice the human figure in favor of abstract spaces and this absence amplifies the sacredness of the buildings.The only protagonist is architecture, in its essence and in its structural and conceptual truth.The space is in the foreground despite a depth of field that is as immense as the horizon.